Alice Bailey
Può essere importante a questo punto considerare brevemente la natura del discepolato. È una parola usata costantemente sia dagli aspiranti delle regioni cristiane, che nelle religioni orientali. Il discepolato può essere definito come lo stadio finale del sentiero evolutivo e come il periodo, nell’esperienza dell’uomo, in cui egli è definitivamente conscio-di-sé. È lo stadio in cui egli s’impegna volontariamente ad imporre la volontà dell’anima (che è essenzialmente la volontà di Dio) sulla natura inferiore. Su questo sentiero egli si sottomette ad un processo forzato, affinché il fiore dell’anima si schiuda più velocemente. L’inevitabilità della perfezione umana sottostà alla sua intenzione di provare a percorrere il sentiero. Può arrivare a questa perfezione in due modi. Può essere il risultato di una lenta e costante crescita evolutiva, portata avanti secondo le leggi di natura, ciclo dopo ciclo, finché, gradualmente, può scorgersi il Dio celato nell’uomo e nell’universo. Oppure può essere il risultato di un impegno sistematico e di una disciplina da parte dell’aspirante, che producono uno sviluppo più rapido del potere e della vita dell’Anima.
Nell’analizzare il discepolato, esso è stato definito “un solvente psichico che elimina tutte le scorie e lascia soltanto l’oro puro”. È un processo di purificazione, di sublimazione e di trasmutazione perseguito con fermezza, fino a che il Monte della Trasfigurazione e dell’Illuminazione non sia raggiunto. Le forze ed i misteri latenti negli esseri umani devono essere scoperti ed utilizzati secondo il proposito divino, intelligentemente compreso. Allorché ciò venga fatto, il discepolo si trova in rapporto con le energie e i poteri universali che sottendono alle attività del mondo naturale. In questo modo egli diventa un operatore del piano evolutivo e coopera con quella grande “nube di testimoni” i quali, tramite il potere della loro testimonianza ed il risultato dei loro conseguimenti, costituiscono i Troni, i Principati e i Poteri tramite cui la Vita Una guida tutta la creazione verso un glorioso compimento.
(A.Bailey, LE FATICHE DI ERCOLE)
L’inevitabilità della perfezione umana sottostà alla sua INTENZIONE di provare a percorrere il sentiero.
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