mercoledì 22 agosto 2012

"Sono parole troppo dure per voi?" (D.Kh.)


 D.Kh.

"È tuttavia importante ricordare che l’atteggiamento dell’iniziato che istruisce, o del maestro, è di completo distacco e d’impersonalità; egli è conscio della condizione e della luce dell’anima e dello stato mentale, ma non si cura delle vicende dell’aspirante sul piano fisico, né di educarne la natura emotiva e curarne lo sviluppo astrale. Gli aspiranti divengono maestri e adepti governando le loro faccende del piano fisico e le loro particolari idiosincrasie astrali. E devono farlo alla luce e con la forza delle loro anime. Noi che insegniamo infrangeremmo la legge e intralceremmo il loro progresso se volessimo indurre a forza delle condizioni che non si producono naturalmente. Inoltre, stimoleremmo troppo la loro natura inferiore.

Quando impareranno, gli aspiranti, che i maestri e i discepoli anziani che si curano di loro agiscono solo a livelli mentali e con l’anima? Quando capiranno che fintanto che non sono in contatto con la loro anima e non hanno imparato a dominare la mente, possiamo fare ben poco per loro? Ripeto, non ci interessano le personalità e le loro piccole questioni. Non abbiamo tempo né voglia di interferire nel modo di vivere giornaliero di un uomo. Perché dovremmo, se è stato già stampato e insegnato quanto basta per assorbire per molti giorni l’attenzione di chi aspira? Quando un uomo comincia a vivere come anima e quando la sua coscienza si è allontanata dal mondo dell’illusione, può essere di valido aiuto. La prima lezione che deve imparare è il senso dei valori nel tempo e nello spazio, e sapere che noi operiamo con le anime e non ci curiamo della personalità.

Sono parole troppo dure per voi? Se è così significa che siete ancora troppo concentrati su voi stessi e innamorati dell’anima individuale, con la quale non siete ancora abbastanza in contatto avendone forse percepito solo la vibrazione e null’altro. Non possedete ancora la vera visione delle necessità del mondo, che libera dall’ambizione e permette di lavorare come facciamo noi, dal lato soggettivo, senza alcun pensiero per il sé o per la felicità spirituale, senza desiderare missioni autoassegnate, senza anelare a scintillanti promesse di successi futuri, senza la dolente richiesta di un consolante contatto con coloro che possiedono una coscienza più vasta della nostra. Se questo supera ancora la vostra comprensione, riconoscetelo e rendetevi conto che non implica alcun rimprovero. Indica soltanto il punto in cui vi trovate e che l’illusione del piano astrale vi tiene ancora in schiavitù e vi induce ad anteporre le reazioni della personalità alla realizzazione di gruppo. Finché rimarrete su quel piano e a quel livello di coscienza, non sarà possibile attrarvi coscientemente nei gruppi dei Maestri ai livelli mentali. Siete ancora troppo distruttivi e personali; potreste nuocere al gruppo e provocare disturbo; a causa delle stimolazioni di gruppo vedreste le cose con una chiarezza alla quale non siete ancora pronti e ne sareste distrutti."

(Psicologia Esoterica, Vol. 1)

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